Ad Aro sarebbe bastato soltanto allungare la mano, sfiorando la mia per conoscere ogni mio pensiero.
Gesto a cui non mi sarei mai e poi mai sottratta.
Ma non lo fece, si limitò a guardarmi e a chiedermelo.
Il tono con cui me lo chiese, le parole che usò poi erano tutto fuorchè lontane e autoritarie.
Come se volesse davvero conoscere cosa io, Jane, pensassi e che fossi io stessa a rivelarglielo qualora avesse voluto.
Decisamente adoravo Aro più di ogni altra persona in questo mondo, ad eccezione di Alec, s'intende.
Quello che provavo per Aro era un affetto diverso, simile a quello che si prova per un fratello maggiore o addirittura un padre.
Ne sono certa. Nessun errore.Risposi sintetica.
Tentai però di dare un tono diverso alla mia voce, di non farla più essere così fredda e distaccata, tentai di renderla più incoraggiante.
Quello che ne venne fuori fu un risultato quasi impercettibile, era assurdo pensare che mi fosse costato un così grande sforzo.
Ero sicura però che Aro se ne sarebbe accorto, lui si accorgeva sempre di tutto.
Credo che potremmo stringere le maniche in fondo, non di tanto in modo che l'effetto a chi le vede da lontano sia lo stesso, un poco in modo da rendere meno difficili alcuni movimenti.Proposi, del resto i Greci avevano fatto qualcosa del genere con le colonne, rendendole più larghe al centro, in modo tale che da lontano non sembrassero più sotili di quanto in realtà non fossero.